fuoco

Fino a qualche tempo fa a Colfiorito e dintorni i bambini e i ragazzi, nelle settimane prima della notte della “Venuta” della Santa Casa di Loreto, facevano a gara per trovare più legna possibile e fare il “Focaraccio” più grande.  Pur di vincere la gara del falò più imponente e duraturo, non mancavano furti del fieno altrui, scherzi e qualche zuffa anche tra campanili rivali. La tradizione dice che questo “focaraccio” serviva a illuminare il percorso della Madonna, che partiva da Nazareth fino ad arrivare a Loreto, e a riscaldarla durante il tragitto.

Una volta per l’accensione del “focaraccio” si aspettava il parroco che impartiva la benedizione, mentre soltanto dopo la preghiera si poteva accendere il fuoco. Molte persone anziane raccontano che durante la notte c’era anche un momento conviviale: la gente che assisteva al fuoco cuoceva sotto la brace le patate divise in due pezzi, senza averle sbucciate, e poi si mangiava tutti insieme in allegria.

Finalmente, dopo tanto tempo, quest’anno i ragazzi della scuola media, insieme alle insegnanti, hanno voluto riproporre questo bellissimo evento. Già da qualche giorno prima i ragazzi con alcuni genitori sono andati a trovare legna grande, fina e altro per poterlo allestire al meglio possibile e così la sera del 9 Dicembre in un campo del Monte Cute, sopra al paese di Forcatura, è tornato il tradizionale appuntamento con il “focaraccio”. Sono stati ammucchiati legna e rotoli di fieno con l’aiuto dei genitori, fino a innalzare sempre più in alto un’enorme pira e a fargli assumere una forma quasi piramidale, conica. Alle ore 21,00 circa è stato acceso: è stato un vero spettacolo vedere quell’immenso fuoco illuminare la notte buia e soprattutto il cielo punteggiato da una miriade di scintille.    

Attorno al gran falò di Forcatura erano presenti ragazzi e genitori della scuola media, ma anche la gente del paese, che finalmente dopo tanto tempo rivedeva questo spettacolo. Per qualche ragazzo, comunque, non è stata la prima partecipazione al “focaraccio”, perché ogni anno, puntualmente, alcuni hanno partecipato con coloro che questa tradizione, anche se in piccolo, non l’hanno mai abbandonata, come nel vicino paese di Annifo o a Popola.  

I ragazzi si sono divertiti un mondo, qualcuno si godeva lo spettacolo da vicino, altri seduti sopra i rotoloni di fieno e tutti hanno scattato molte foto, ma la più bella, e forse resterà a memoria di questo evento, è stata quella che ha ripreso i ragazzi e le loro insegnanti davanti al “focaraccio” ardente.

 

LE CAMPANE DI LORETO E COLFIORITO

Le campane di Loreto sono da sempre il simbolo della basilica, del paese e della zona. Ogni volta che suonano si respira veramente aria di festa. Ma la vera differenza si sente nella Notte della Venuta, una delle rare occasioni (assieme al Natale, alla Pasqua e all’8 Dicembre) in cui viene suonata una delle campane più importanti e con più storia in Italia. Si tratta della Lauretana, affettuosamente chiamata “Loreta”, fusa nel 1515 (l’anno scorso si è ricordato il suo quinto centenario) da un artigiano locale di Rimini, chiamato Bernardino, e inizialmente collocata nella torre campanaria a base quadrata, che fu demolita nel ’700 per far posto all’attuale campanile di 73 metri progettato dall’architetto Luigi Vanvitelli. È sicuramente una delle campane più particolari in quanto, nonostante la sua nota piuttosto acuta (Do grave) pesa ben 73 quintali, contro ad esempio il campanone della basilica di S. Maria degli Angeli che pesa 51 quintali nonostante abbia una nota molto più grave (Fa#). Questo perché il suo suono debba essere udito anche a chilometri di distanza (vi è una testimonianza secondo cui, nel 1969, un abitante del luogo avrebbe udito Loreta da Macerata, col vento a favore!!). Infatti, una delle leggende più ricorrenti narra che, quando suona a distesa, possa essere ascoltata fino a Nazareth, da dove partì la casa della Madonna prima di arrivare a Loreto. Assieme a Loreta, nella cella superiore sono collocate altre 8 campane che quotidianamente scandiscono i carillon lauretani. Una di esse è fusa nel 1610 ad Ancona, mentre le altre sono state forgiate a Sassoferrato e ad Udine.
Le tre campane di Colfiorito sono tra le più interessanti della Valle del Menotre, poiché tra le più antiche. Due di esse sono quasi sicuramente ottocentesche, e probabilmente fuse da un artigiano folignate, mentre la media è il frutto di una rifusione del primo dopoguerra da parte di una fonderia fermana. Esse formano un accordo “minore” (Sol#, Si e Re# acuto). Per vari  problemi all’impianto, è possibile che suonino tutte anche ad un qualunque mezzogiorno feriale.
Qui è possibile ascoltare le campane di Colfiorito assieme a quelle di Loreto suonate durante la Notte della Venuta tra il 9 e il 10 Dicembre dell’anno scorso.