La ninfea è una pianta acquatica di origine euroasiatica legata agli ambienti umidi; vive radicata su fondali fangosi in genere in acque che non oltrepassano i due metri di profondità. Compare a primavera formando sulla superficie dell’acqua un affascinante tappeto galleggiante dove durante il giorno si possono osservare anfibi, uccelli e altri animali che qui trovano rifugio e cibo.

Il rizoma (modificazione del fusto con funzioni di riserva) può raggiungere i sette cm di spessore e  un metro di lunghezza e affonda nel fango ricoperto dalle cicatrici dei piccioli delle foglie.
Le grandi foglie galleggianti hanno una forma tonda con la superficie superiore liscia e cerata per permettere lo scorrimento dell’acqua ed evitare che gli stomi si chiudano.

Il fiore di dimensioni di dieci-dodici centimetri,  può essere di vari colori chiari ed emana un profumo gradevole. I petali hanno la caratteristica che la notte si richiudono e si riaprono il giorno seguente. Il calice è formato da quattro sepali verdi all’esterno e bianchi all’interno; i petali diventano sempre più piccoli man mano che si avvicinano al centro del fiore e si trasformano in stami gialli. Sepali e petali sono inseriti a spirale sull’ovario.

I frutti assomigliano a capsule emisferiche che, una volta passata la fioritura cadono in acqua, si lacerano e lasciano cadere i semini che grazie ad uno strato mucillaginoso che ingloba bolle d’aria riescono a risalire in superficie e a galleggiare. Piano piano però, l’involucro mucillaginoso si dissecca e i semi, perdendo le bolle d’aria affondano nel fango dando origine ad una nuova pianta.

L’habitat favorevole per le ninfee è acqua stagnante, ferma e non troppo ricca di sostanze nutritive. Molto spesso possiamo trovare sulle foglie della ninfea degli anfibi, soprattutto di giorno, dove aspettano l’arrivo degli insetti per mangiarli. La ninfea bianca è considerata a rischio di estinzione e viene tutelata dalle leggi regionali e dalle direttive comunitarie. In Umbria la possiamo trovare non solo nella palude di Colfiorito, ma anche nel lago Trasimeno.Anche l’inquinamento  e l’eccessiva raccolta per la sua particolare bellezza ne ha causato la diminuzione.

Curiosità:

nel passato durante i periodi di carestia, il rizoma della ninfea, ricco di amido, veniva utilizzato come verdura oppure trasformato in farina dopo averlo lessato, fatto essiccare e macinato; la farina ottenuta veniva utilizzata per fare il pane. Nel Medioevo si faceva un infuso di ninfea per gli isterici.
La ninfea ha sempre attratto gli uomini, probabilmente per la sua bellezza, dando luogo a molte leggende.                                                                                                                                   

Le Nymphe erano creature bellissime, divinità del mare, dei fiumi, dei laghi, dei boschi e dei monti. In passato alcuni popoli diffondevano pezzi di rizomi nella zona del pascolo credendo che avessero un’azione  protettiva per il proprio bestiame. In altri gli innamorati raccoglievano i boccioli, annodavano un fiocco rosso al gambo e lo donavano alla propria ragazza come gesto di amore e di passione. Simboleggia l’innocenza, la purezza e la riservatezza.

 


Principali fonti:
I Parchi dell’Umbria _Maurizio Biancarelli
Sito Internet: www. Actaplanctarum.org _da Marinella Zepigi
Sito Internet: www. Parchi attivi.it
Opuscolo Progetto ABC Ambiente-Biodiversità-Colfiorito (Osservazioni su alcuni esemplari di piante e animali acquatici con particolare riferimento al problema del galleggiamento) Scuola Media G. da Foligno 2002-2003