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L’Appennino Umbro-Marchigiano fin dalle epoche più antiche è legato ai culti delle divinità pagane, si pensi all’antro della Sibilla ma anche alle aree archeologiche della valle del Chienti. Nel tardo medioevo s’innesta il culto mariano connesso alla leggenda dell’arrivo a Loreto delle mura in cui universalmente si riconosce la casa della famiglia di Nazareth.

Le prime notizie di una via di pellegrinaggio legate al santuario di Loreto risalgono agli inizi del XIV secolo. Il primo nucleo della via sfrutta il collegamento di epoca romana già esistente tra Recanati e il mare. Nei decenni successivi il flusso crescente di pellegrini s’incanala in una delle maggiori direttrici dello Stato Pontificio, quella che da Roma, seguendo l’antica Via Flaminia fino a Foligno e valicando l’Appennino all’altezza del passo di Colfiorito, giunge ad Ancona tramite le valli del Chienti e del Potenza. Tale itinerario assume la denominazione di Via Lauretana, perché collega le città sante di Roma e di Loreto.

La Via Lauretana si snoda all’interno di un territorio ricco di storia naturale e antropica, le cui attuali trasformazioni rischiano di comprometterne gli equilibri più delicati, sedimentati nel corso del tempo.
I secoli XVI e XVII, età d’oro del pellegrinaggio al Santuario di Loreto, hanno plasmato il paesaggio trasformandolo in un ambiente deputato al sacro. La strada devia dalla Via Flaminia e prosegue fino a Loreto, tracciando un mosaico paesaggistico fatto di variegate tessere storiche: monasteri, castelli, campi coltivati e case coloniche che sembrano venir fuori dalla terra che le accoglie, in una distesa di colli e vallate punteggiate da esemplari di querce che segnano l’antico paesaggio boschivo, di campi coltivati e di luoghi di interesse naturalistico unici. Ogni tassello ha caratteri che lo rendono unico ma, accostato agli altri, contribuisce a disegnare un paesaggio tipico e uniforme che dagli Appennini al mare segue il corso dei fiumi che solcano il territorio.

La presenza di diversi luoghi di culto ne ha fatto una delle vie di pellegrinaggio più importanti, non inferiore alla famosa via Francigena. Tra le due città sante di Roma e Loreto si trovano altri centri religiosi, ad esempio San Nicola da Tolentino e San Francesco d’Assisi, tanto che tra i secoli XVI e XVII era nota come la Strada dei Santuari.

L’importanza che rivestiva va ricercata anche nel fatto di essere la via dei flussi di merci, come il grano, che fin dal lontano oriente, dal porto di Ancona, giungevano a Roma.
Foligno riveste un ruolo importante in questo percorso, come centro di ospitalità e assistenza ospedaliera per i vari pellegrini diretti a Roma, ad Assisi, a Cascia e a Loreto. Per chi si dirigeva a Loreto, il tratto Foligno-Colfiorito era certamente il più difficoltoso per la presenza di dirupi, cascate, forre e paludi ma sicuramente il più interessante da un punto di vista culturale e spirituale. I pellegrini, infatti, avevano la possibilità di incontrare comunità religiose, di visitare santuari locali, ma anche di conoscere nuovi territori con antiche tradizioni, espressioni artistiche, usi e costumi.

Riguardo al tracciato della via Lauretana sono state formulate diverse ipotesi perché esistono varie deviazioni; sicuramente i pellegrini che andavano a piedi sceglievano la via più breve con l’opportunità di incontrare luoghi di accoglienza, di ristoro o religiosi. A un miglio da Foligno, a fianco della chiesetta di S. Paolo, una lapide ricorda un restauro della strada verso Colle S. Lorenzo per opera di papa Clemente X, strada percorsa dai pellegrini alla volta di Loreto.  Un’altra via verso Loreto era quella che passava per Vescia e Belfiore e proseguiva per Pale.


Bibliografia
D. ANGELO MESSINI, Pale attraverso i secoli in Bollettino Storico della città di Foligno, 1969, pp. 119-130.
M. FALOCI PULIGNANI, Le antiche cartiere di Foligno-Ricchezza naturale della località: acqua del Menotre (P.122).
PAOLO VENEZIANI, Umanisti e tipografi nella Foligno del ‘400, Bollettino Storico della città di Foligno v.XV;