MONTAIGNE 1581
"Le acque placate e dolci del Menotre, ogni angolo coltivato, le terribili strettoie della via e miracolo che i cavalli non precipitassero nel burrone. Mi sembra che nessuna pittura possa rappresentare un così ricco paesaggio."

MISSON 1688
"All’uscita da queste montagne, vicino a un paesetto chiamatosi Pale, si scopre da una cima la piana di Foligno, che appare da lì una delle cose più belle del mondo. Questo grande bacino è circondato da ricchi pendii, bagnato da molti piccoli fiumi, cosparso di case gradevoli, e perfettamente ben coltivato. Non riesco a smettere di contemplare questa deliziosa radura, i cui incanti straordinari meriterebbero i più grandi elogi… questa città è situata in un paradiso terrestre."

SEUME 1802
"La strada si svolge a serpentina, selvaggia e romantica: un tratto di strada romantico, che pochi credono ne esistano di più belli in tutta la terra."

GRAND TOUR
Dalla metà del Cinquecento, fino a tutto il Settecento, si sviluppa la moda di viaggiare per l’Europa da parte di letterati, artisti, studenti, critici d’arte, prelati e donne emancipate: il Grand Tour.
Sono soprattutto inglesi (giovani della futura classe dirigente), francesi e tedeschi che si avventurano in un viaggio che va al di là della pura esperienza di conoscenza e di arricchimento culturale, che diventa un cammino introspettivo alla ricerca di se stessi, un viaggio iniziatico alla fonte del sapere e della bellezza.  
La parola Tour, in lingua francese, è adottata per la prima volta nel Voyage or a Complete Journey Through Italy (1670) di Richard Lassels.
Lo storico Cesare De Seta afferma che “La pratica del viaggio nell’Europa dell’Ancien Régime è dapprima un torrente con esili affluenti, poi, in età elisabettiana, tra la seconda metà del Cinquecento e gli inizi del Seicento, il torrente si trasforma in fiume". Nel Settecento, l’ormai Grand Tour è un grande fiume rigoglioso che attraversa la letteratura e le arti.
Michel De Montaigne, già nel 1580, percepisce il carattere europeo che aveva assunto il viaggio, in quanto scrive:  "Io stimo tutti gli uomini come miei compatrioti e abbraccio un Polacco come un Francese, posponendo questo legame nazionale a quello universale e comune".
Le guerre che colpiscono i due secoli successivi frenano parzialmente il Grand Tour, che riprende con maggior vigore e conosce la sua età dell’oro dal 1763, anno di conclusione della guerra dei Sette anni, per concludersi con l’avvento della Rivoluzione Francese.
L’Italia è stata pienamente investita da questo fenomeno; l’itinerario “classico” percorre tutta la penisola, tagliando la dorsale appenninica, da Bologna a Firenze o, sul versante adriatico, passando per Loreto.  Moltissimi viaggiatori (e pellegrini), anche illustri, l’hanno eletto percorso fondamentale per addentrarsi nel grande atelier che è l’Italia in Età Moderna.
E Foligno?
Foligno è il crocevia dei quattro itinerari del Grand Tour. Quello della via Lauretana inizia proprio a Foligno, dalla porta Lauretana (l’attuale porta Ancona) e arriva a Loreto, passando per Casenove e Colfiorito. La parte più pericolosa del suddetto cammino si trova nella zona tra Pale e Casenove. Il percorso è ancora più bello e affascinante per i viaggiatori che scelgono il tracciato più vecchio della Lauretana, una specie di scorciatoia che unisce Casenove con Cifo e Cupigliolo, provenendo da Foligno e Belfiore.

 

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R. Lassels, Voyage or a Compleat Journey Trough Italy, Londra, ed. R.C.F.R. e A.C., 1670
C. Di Seta, L’Italia del Grand Tour da Montaigne a Goethe, Milano, 1992
M. de Montaigne, Essais, ed. Simon Millanges, Jean Richer, 1580
D. Cesarini, Viaggiatori a Foligno. Esempi moderni di diari di viaggio,guide turistiche,descrizioni della città, in BOLLETTINO STORICO DELLA CITTA’ DI FOLIGNO,1983
M. de Montaigne, Journal de Voyage de Michel de Montaigne en Italie par la Suisse et l’Allemagne en 1580 et 1581,
cfr. M. Misson, Nouveau Voyage d’Italie Quatrième Edition
J. G. Seume, L’Italia a piedi,1802, Milano, Longanesi,1973
P. G. Lupparelli, Hotel De La Poste, Dimensione Grafica Editrice, 2016